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Sughero: motore di sviluppo sociale ed economico

 

L’importanza del sughero nell’ottica della sostenibilità sociale ed economica, garante di lavoro e reddito sul lungo periodo.

Di Emanuele Fiorio

Nell’area del Mediterraneo sud-occidentale e dell’Africa nord-occidentale, le foreste di querce da sughero rappresentano un volano di crescita economica e sociale.

Si tratta di una silvicoltura che garantisce migliaia di posti di lavoro diretti nella produzione e permette la stabilità e lo sviluppo di intere comunità in territori altrimenti marginali e poveri. La rilevanza economica e sociale legata alla quercia da sughero non riguarda solo la produzione dei tappi ma si estende ad attività correlate ed indirette come l’ecoturismo, la produzione di miele e cera, la produzione di carbone, l’allevamento, il bird-watching, le passeggiate a cavallo, la raccolta di piante medicinali e funghi. Il sughero garantisce sostenibilità economica e sociale, un aspetto spesso poco conosciuto al di fuori delle zone di produzione.
Le sue peculiarità irripetibili assicurano vantaggi e benefici a 360°, vediamo quali sono queste caratteristiche ineguagliabili ed i vantaggi che ne scaturiscono.

 

Il sughero è: Prezioso ed endemico

La quercia da sughero è una specie arborea endemica (la sua distribuzione è ristretta a una determinata area geografica), si tratta di una pianta che nasce, cresce e si sviluppa esclusivamente nell’area del Mediterraneo sud-occidentale e dell’Africa nord-occidentale: Portogallo, Spagna, Francia, Marocco, Algeria, Tunisia e Italia, la propaggine più orientale è la Sicilia. In Unione Europea ci sono 2,2 milioni di ettari di foreste di sughero, oltre il 95% di queste sono disetanee (gli alberi presentano età ed altezze differenti tra loro). Dal punto di vista economico questo comporta una bassissima densità di alberi ed una bassa produzione per ettaro.

Rigenerante e arricchente

“La coltura del sughero richiede pazienza. È molto simile alla pazienza che ci vuole per fare il vino” evidenzia Stefano Zaninotto, Direttore tecnico di Amorim Cork Italia, “la prima decortica utile per produrre tappi (non monopezzo, i migliori) si effettua dopo 34 anni dalla messa a dimora della pianta. In Portogallo un antico proverbio dice che il pino si mette a dimora per sé e il sughero si mette a dimora per i nipoti”. Solo dopo aver raggiunto i 43 anni la pianta raggiunge lo standard di qualità richiesto per produrre i tappi in sughero naturale monopezzo. È una essenza floreale che vive in ambienti difficili e particolari, dove la quantità d’acqua è scarsa, i terreni sono sabbiosi con franco di coltivazione (spessore minimo dello strato superficiale del terreno, necessario per il normale sviluppo della pianta) molto basso.

Questa adattabilità a situazioni ambientali e climatiche difficili permette alle foreste di sughero di colonizzare vaste aree marginali, brulle, poco sfruttabili dal punto di vista agricolo e quindi tendenzialmente povere.

Garante di lavoro e reddito (Sostenibilità economica e sociale)

“Nei Paesi dove è presente questa coltivazione, esiste una cultura rurale e agricola legata alla quercia da sughero” afferma Zaninotto. “In Portogallo permette a 100-150mila persone di lavorare e vivere in queste aree che altrimenti sarebbero probabilmente abbandonate: questo è un indice evidente dell’importanza di questa coltura nell’ottica della sostenibilità sociale ed economica”. La quercia da sughero una volta raggiunta la maturità (34 anni), può essere decorticata ogni 9 anni ma questa prelievo riguarda solo i rami di almeno 18-20 cm di diametro. Le piante possono vivere fino a 200 anni, garantendo lavoro e reddito sul lungo periodo. I decorticatori che effettuano i tagli sono professionisti, in Portogallo sono gli addetti più pagati in ambito agricolo.

Motore di crescita ed evoluzione

Il mercato enologico è la punta di diamante di tutto il sistema del sughero, si tratta chiaramente del settore più vantaggioso economicamente. In questi anni questo mercato ha subito forti cambiamenti, ci sono molte più aziende imbottigliatrici rispetto al passato. La richiesta di sughero è aumentata, questo ha comportato una crescita dell’industria ed ha spinto fortunatamente ad un nuovo approccio all’aspetto agronomico-forestale. Stanno nascendo vivai che prima non erano necessari, per mettere a dimora talee e produrre cloni per nuove piante. Si sta inoltre sviluppando la ricerca per la clonazione con determinate caratteristiche. Per riuscire a garantire sostenibilità economica e sociale è necessario mettere a frutto le conoscenze agronomiche per gestire al meglio le foreste selvatiche attraverso la selezione di cloni in grado di aumentare la produzione per ettaro.

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